Le armi non convenzionali hanno preoccupato fino all'11 settembre 2001 - data che ormai è impossibile omettere parlando dei grandi temi d'attualità - soltanto militari, politici e ricercatori.
Ora sono di pubblico interesse.
L'attentato di New York ha infatti dato nuovo impulso alla saggistica concernente il terrorismo, in tutte le sue forme.
Tra queste suscita particolare attenzione il terrorismo “biologico”, per la sua natura insidiosa e per la difficoltà di attuare efficaci misure di prevenzione e controllo.
Adriana Bazzi, inviata speciale del Corriere della Sera per i temi scientifici, già autrice de Il Medico in valigia e Biotecnologia della vita quotidiana, affronta l'argomento bioterrorismo felicemente associando completezza della trattazione e necessità di sintesi.
Compie infatti un lungo ed articolato excursus sulla storia delle armi biologiche, e sulle loro nefaste conseguenze, fino alle più recenti scoperte mediche che accrescono le possibilità di difesa.
Il saggio si divide in due parti.
La prima sezione ha una forte impronta storica e descrittiva.
Ricca di dati e riferimenti, illustra le molteplici tipologie di armi chimiche e biologiche, le circostanze in cui sono state impiegate e le drammatiche sequele, spesso ancora presenti, sull'uomo e sull'ambiente.
Accanto ad eventi tristemente famosi come i bombardamenti al Napalm in Vietnam e l'esplosione atomica di Hiroshima, trova spazio il racconto delle prime rudimentali guerre biologiche, come quella dei Tartari che, nel XIV secolo, lanciavano cadaveri di morti di peste contro popolazioni assediate o come gli Aborigeni del sudamerica che usavano frecce al curaro contro il nemico.
Nella seconda parte del libro le argomentazioni storiche e scientifiche, pur senza perdere il gusto della citazione, cedono il passo ad interessanti approfondimenti.
Vale la pena menzionare la disamina di argomenti spesso trascurati dalla cronaca e dall'informazione come lo stress da combattimento e le nevrosi post-traumatiche del personale in missione di guerra e di pace. Temi che, dopo il Golfo Persico, hanno fatto emergere l'importanza della psichiatria militare.
Ed ancora l'etica medica in guerra e, per concludere, l'agghiacciante prospettiva della manipolazione genetica di intere popolazioni, attraverso la diffusione di virus “armati” allo scopo. In questo saggio scienza e storia si fondono fornendo numerosi spunti di riflessione sul suo protagonista principale, l'uomo.
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